Minturnae viene citata all’interno della famosa Tavola Peutingeriana, custodita a Vienna presso la Biblioteca Nazionale Austriaca.
L’area dell’antica Minturnae è visitabile e fa parte di un suggestivo parco archeologico in provincia di Latina.
La Tavola Peutingeriana è una copia del XII-XIII secolo di un’antica carta romana che mostra le vie militari dell’Impero romano.
Vi sono indicate circa 555 città e altre 3.500 particolarità geografiche, come i fari e i santuari importanti, spesso illustrati da una piccola figura. Le città sono rappresentate da due case, le città sede dell’Impero – Roma, Costantinopoli, Antiochia – sono segnalate da un medaglione. Vi sono inoltre indicate le distanze, sia pure con minore o maggior precisione.
Nel 2007 è stata inserita dall’UNESCO nel Registro della Memoria del mondo.
La Tavola è composta da 11 pergamene riunite in una striscia di 680 x 33 centimetri. Mostra 200.000 km di strade, ma anche la posizione di città, mari, fiumi, foreste, catene montuose.
Non è una proiezione cartografica, quindi il formato non permette una rappresentazione realistica dei paesaggi né delle distanze, ma non era questa l’intenzione di chi l’aveva concepita.
La carta va considerata come una rappresentazione topologica, una sorta di diagramma, che permetteva di muoversi facilmente da un punto ad un altro e di conoscere le distanze fra le tappe, ma non voleva offrire una rappresentazione fedele della realtà.
La Tabula è probabilmente basata sulla carta del mondo preparata da Marco Vipsanio Agrippa (64 a.C. – 12 a.C.), amico e genero dell’imperatore Augusto e, tra l’altro, costruttore del primo Pantheon, in seguito ricostruito totalmente da Adriano nel 123.
Si pensa che la sua redazione fosse finalizzata ad illustrare il cursus publicus, cioè la rete viaria pubblica sulla quale si svolgeva il traffico dell’impero, dotata di stazioni di posta e servizi a distanze regolari, che era stata appunto riordinata da Augusto.