
In una vallata dei Monti Aurunci, alle spalle del mare e poco lontana da Formia e da Fondi, sorge la città di Itri, un borgo medioevale dominato ancora dal suo Castello, ricco di storia e di leggende. La città moderna è dominata dal borgo che si sviluppa attorno ad una potente fortezza medioevale, costruita in diversi periodi sulla parte più elevata della collina, arricchita nei secoli con torri e mura.
Il borgo storico di Itri
Il simbolo di Itri è il Serpente e si dice che nelle vene degli abitanti scorra ancora il sangue di questo rettile.
Cerchiamo di scoprire insieme da dove nasca questa leggenda e come questa abbia influenzato la vita dei suoi abitanti.
La prima ipotesi è legata al mito dell’Idra, “mostro dalla mente diabolica”, dalle molte teste di rettile, che viveva nelle paludi e che sarà poi affrontata e uccisa dall’eroe Ercole durante una delle sue fatiche; non a caso, forse, un santuario dedicato ad Ercole sorgeva poco lontano da dove oggi sorge la città di Itri, nelle vicinanze dell’antica Chiesa di San Cristoforo.
Un’altra goccia del sangue di serpente la possiamo trovare presso la chiesa di San Michele Arcangelo, l’edificio sacro più antico, realizzato in stile arabo-normanno e dal caratteristico campanile decorato con maioliche colorate, in quanto la chiesa sarebbe stata costruita su di un antico tempio dedicato a Esculapio, dio della medicina, che secondo il mito avrebbe avuto nelle vene il sangue della Medusa, la gorgone dalla testa di serpenti.
Chiesa di San Michele Arcangelo

Il serpente è forse uno dei simboli più antichi e diffusi; le associazioni sono molteplici: la sua caratteristica di cambiare pelle lo ha reso simbolo di immortalità, per i romani era una creatura raffigurata spesso nei larari domestici, benevolo protettore della casa e dei suoi abitanti. Il cristianesimo ne capovolgerà il significato e il serpente diventa così il nemico dell’umanità, incarnando ancora in parte le sue caratteristiche magiche, ma con connotazione negativa.

Non sappiamo se il sangue dell’Idra immortale e diabolica, o quello della micidiale Medusa scorreva nelle vene degli abitanti di questo borgo, sicuro invece è che il frutto delle vigne di quei monti è chiamato: “il serpe”, varietà di antica uva locale, che sicuramente è parte integrante della vita locale, assieme alle Olive di Itri, dalle quali si produce un olio straordinario, ennesima prelibatezza locale.